L‘isola di plastica nel Pacifico è un’immensa distesa di oggetti di plastica.
Si trova nel bel mezzo del nostro Oceano e diventa ogni anno sempre più grande.
A oggi le stime calcolano che si aggiri tra i 700.000 Km2 fino a più di 10 milioni di Km2.
La sua esistenza costituisce soltanto uno dei motivi per cui è fondamentale che ognuno di noi apporti delle sostanziali modifiche al proprio stile di vita.
Solo così facendo ridurremo l’impatto enorme che gli oggetti di plastica generano sul nostro ambiente.
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Isola di plastica nel Pacifico
L’isola di plastica nel pacifico, denominata “Great Pacific Garbage Patch” o “Platic Vortex”, non è una scoperta recente.
Nel 1988 è stato pubblicato dalla NOAA, National Oceanic and Atmospheric Administration, un documento dove veniva ipotizzato l’accumulo di materie plastiche a causa delle correnti.
Ma l’attenzione al problema uscì nel 1997 quando Charles Moore si ritrovò a navigare in mezzo a questa isola di spazzatura.
Plastic Vortex
La concentrazione di materiale plastico nel Pacifico si è formata negli anni ’80 a causa delle correnti marine che convergono i rifiuti nello stesso punto creando così una vera e propria isola plastica.
Le correnti possono trasportare le materie plastiche dalle coste fino alle aree più remote dell’oceano.
Questo fenomeno, chiamato infatti “vortice di plastica” (Plastic Vortex), sta portando effetti negativi immensi sull’acqua, la fauna e la flora marina
Non si hanno misure precise per quanto riguarda la dimensione isola di spazzatura del Pacifico.
Si stima che abbia raggiunto un’estensione pari a tre volte il territorio francese.
Le foto che la ritraggono sono angoscianti e rendono perfettamente l’idea del fenomeno, tuttavia il problema è molto più che puramente estetico.
I materiali plastici inquinano e alterano l’ecosistema marino, causando la morte di migliaia di specie ittiche ogni anno.
Le microplastiche rilasciate in anni di decomposizione in mare possono entrare nella catena alimentare degli animali marini fino ad arrivare a noi.
Per degradare una bottiglia di plastica sono necessari in media un migliaio di anni.
Basterebbe questo dato per rendersi conto della gravità e dell’ampiezza del fenomeno del Plastic Vortex.
Le cause del Plastic Vortex
Le isole galleggianti di plastica del pacifico, si creano quindi per risposta alle correnti marine ma le cause dell’inquinamento sono da ricercare nelle cattive abitudini dell’uomo e nelle perdite di rifiuti nell’ambiente.
Invece di essere smaltiti come dovrebbero, i rifiuti vengono scaricati nei fiumi e nei mari, arrivando poi a raggiungere l’oceano.
Le plastiche compongono quasi tutti gli oggetti che ci circondano, una volta terminato il loro uso diventando immondizia, generando danni inimmaginabili.
Ecco una lista dei più comuni oggetti in plastica:
- sacchetti;
- bicchieri;
- stoviglie;
- bottiglie;
- contenitori per detersivi.
Si tratta soltanto di alcuni esempi, ma rendono l’idea di quanto questi oggetti plastici vengano utilizzati giornalmente e troppo spesso gettati via.
Per quanto riguarda le bottiglie di plastica, in Italia abbiamo il triste primato europeo in produzione e utilizzo.
Questo contribuisce non poco all’accumulo di rifiuti e alla diffusione nel mare (e successivamente negli oceani), di questo dannoso materiale.
Come ridurre l’isola di plastica nel Pacifico
Come ridurre l’inquinamento che giorno dopo giorno aumenta la famigerata isola di plastica nel Pacifico?
Vediamo alcune soluzioni:
Raccolta differenziata
Il primo provvedimento per arginare il problema è impegnarsi per una corretta raccolta differenziata, gettando negli appositi contenitori i rifiuti.
Se tutti realmente lo facessimo, di certo questo rallenterebbe il processo di inquinamento delle acque che alimenta il plastic vortex. Purtroppo non si tratta della soluzione definitiva.
Lo smaltimento attraverso gli inceneritori inquina l’aria, causando piogge acide che contribuiscono a disseminare sostanze tossiche nel terreno.
Riciclo
Quasi tutti gli oggetti plastici sono riciclabili.
Questo vuol dire che possiamo dare nuova vita ai materiali plastici di scarto ed evitare che finisca come spazzatura nei nostri mari.
E’ nato, a questo proposito, un vero e proprio negozio virtuale in mezzo al Great Pacific Garbage Patchne.
Si chiama Renew Labs Store in collaborazione con “Take 3 for the sea” dove si può trovare una collezione di scarpe sostenibili firmate “Converse All Stars”, realizzate con materiale preso dallo stesso Plastic Vortex.
Come obiettivo quello di sensibilizzare sull’argomento e rimuovere i rifiuti delle isole galleggianti di spazzatura.
Ridurre l’uso di materie plastiche
Se consideriamo che la produzione stessa di plastica aumenta i livelli di anidride carbonica (CO₂), alimentando il surriscaldamento globale.
Il rimedio migliore per ridurre l’inquinamento è di cambiare le nostre abitudini di vita e diminuire più possibile l’utilizzo di questo materiale.
Per esempio evitando oggetti in plastica usa e getta scegliendo al loro posto materiali ecologici ed ecosostenibili, potremo fare la vera differenza.
Anche evitare il consumo delle bottigliette di plastica, favorendo l’acqua del rubinetto, è una soluzione.
Liberi dalla plastica asd ha come obbiettivo proprio questo, sensibilizzare sull’argomento e incentivare l’utilizzo dell’acqua di casa attraverso iniziative dedicate a scuole, aziende e Comuni.
Pulizia spiagge
Un altro modo per contribuire alla riduzione della spazzatura nel pacifico è quello di partecipare attivamente a una delle tante campagne di raccolta e pulizia delle spiagge.
Molte sono le associazioni che propongono questo tipo di intervento attivo per salvaguardare il nostro ecosistema.
Basta trovare quella più vicina e fare un gesto concreto per i nostri mari.
Perchè parlare dell’isola di plastica
Ogni 5 giugno viene celebrata la Giornata mondiale dell’ambiente, che pone l’attenzione su problemi come quello dell’isola di plastica Pacifico.
Ogni anno si svolge in un Paese diverso e viene trattato un tema specifico: nel 2021 è stata la volta del Pakistan.
L’evento vuole concentrare l’attenzione sulla lotta all’inquinamento da materie plastiche, analizzando il fenomeno, individuando le cause e valutando le possibili soluzioni per la riduzione del loro consumo
L’acqua è fonte di vita, non sprechiamola e non roviniamola per sola ”comodità”
Semplicemente ”pulendo” l’isola di plastica nel Pacifico non risolveremo il problema.
Dobbiamo invertire la rotta e iniziare a pensare a soluzioni efficaci e più sostenibili….iniziamo ora!