Inquinamento da plastica, perché è un problema di tutti

Il tema inquinamento da plastica è un argomento attuale che non può più essere trascurato.

Questo materiale, quando viene disperso nell’ambiente, non si degrada completamente, ma si frammenta in particelle sempre più piccole chiamate microplastiche che contaminano mari, fiumi e suolo.

La plastica e l’inquinamento non conoscono confini geografici e rappresentano una minaccia globale. Le conseguenze sono danni irreversibili al pianeta e alla salute dell’uomo.

A cosa è dovuto l’inquinamento da plastica

Da quando è stata inventata, la produzione della plastica è in continuo ed esponenziale aumento. Materiale versatile ed economico, la sua produzione di massa ha portato alla diffusione capillare di oggetti in plastica usa e getta, spesso difficili da riciclare.

L’elevata produzione di questo polimero sintetico ha reso insostenibile la gestione della quantità di rifiuti, causandone l’accumulo nell’ecosistema. Complice anche la mancanza di consapevolezza che in passato si aveva nei confronti dell’impatto ambientale della plastica.

Il problema dell’inquinamento marino da plastica è stato riscontrato già nel 1950. Da allora la sua fabbricazione globale è cresciuta esponenzialmente con una produzione annuale stimata intorno a 450 milioni di tonnellate entro il 2025. Con l’aumento del consumo è cresciuto anche l’inquinamento da plastica.

Si stima che ogni anno vengano gettati negli oceani circa 11 milioni di tonnellate di questo polimero sintetico, come dichiarato nel rapporto UNEP del 2023 “An Opportunity to End Plastic Pollution”.

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Perché la plastica inquina

Soltanto da pochi anni il problema ha ricevuto l’attenzione necessaria e oggi è riconosciuto come una delle principali sfide ambientali del nostro tempo, richiedendo un impegno collettivo per una soluzione sostenibile.

Le principali cause dell’inquinamento sono quindi riconducibili a:

  • Produzione eccessiva di questo polimero sintetico
  • Cattiva gestione del rifiuto
  • Poca attenzione rispetto alla problematica
  • Utilizzo di plastica usa e getta anche in presenza di alternative

Plastica e ambiente, le conseguenze dell’inquinamento

Ridurre i rifiuti nell’ambiente è fondamentale, se si vuole preservare la vita degli ecosistemi e diminuire l’inquinamento. Quello dei mari, in particolare, è dannoso sia per gli esseri umani sia per la fauna.

Ogni giorno migliaia di esemplari di tartarughe marine, uccelli e altri animali che vivono negli oceani, soffocano a causa dei sacchetti di plastica, oppure restano imprigionati nelle attrezzature da pesca abbandonate.

Le microplastiche sono entrate nella catena alimentare degli animali e sono numerosi gli studi che hanno evidenziato la presenza di microplastiche nel corpo umano.

Il problema dell'inquinamento da plastica

Qual è la plastica che genera più inquinamento

Il nostro ecosistema è inquinato, ma quali sono i materiali plastici che inquinano di più?

Diverse ricerche hanno scoperto che sono i sacchetti in polietilene (le classiche buste della spesa), che provocano maggiori danni all’ambiente. Seguono le bottiglie in PET e tutti i tipi di plastica monouso.

Sacchetti e bottiglie possono rimanere nell’ecosistema per centinaia di anni. Ci sono tuttavia differenti tipi di materie plastiche, ognuna con tempi di decomposizione diversi.

Sono però i mozziconi di sigarette i rifiuti di plastica più numerosi che, per abitudine sociale, vengono spesso buttati per terra o nei tombini. Secondo un’indagine di Legambiente il 42,2% dei rifiuti raccolti nei parchi urbani di 28 città Italiane sono proprio residui di sigaretta.

Effetti dell’inquinamento da plastica sull’organismo

L’Università di Newcastle, in Australia, ha effettuato uno studio a proposito della capacità dell’organismo umano di assimilare le microplastiche. La ricerca rileva che una persona potrebbe ingerire mediamente una media di 5 grammi di plastica alla settimana che equivalgono a circa 2000 frammenti.

Le particelle plastiche arrivano all’interno del nostro corpo mediante cibo e acqua. Pesce, sale e birra risultano essere gli alimenti più contaminati dalle microplastiche.

L’alimentazione però non è l’unico modo con cui il nostro organismo entra in contatto con le microplastiche. Queste sono presenti anche nell’aria che respiriamo, nei tessuti che indossiamo e nei prodotti cosmetici.

Quali sono le conseguenze per la salute? A oggi non c’è una ricerca scientifica in grado di dare una risposta certa. L’unica cosa nota è che, una volta entrate a contatto con l’organismo, le microplastiche non possono più essere rimosse. Quello che resta da fare è ridimensionare la presenza dei prodotti plastici che vengono quotidianamente utilizzati.

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Come ridurre l’inquinamento da plastica

Il problema dell’inquinamento delle plastiche è urgente e richiede investimenti in materiali biodegradabili, come quelli prodotti con alghe, patate e mais. Ne è un esempio “Alkipaper”, un materiale innovativo che sostituisce la plastica.

Quali sono le regole che bisogna seguire nella vita di tutti i giorni per ridurre l’impatto ambientale della plastica? Per affrontare questa sfida, ecco alcuni consigli pratici che possono fare la differenza.

  • Utilizzare prodotti plastic free
  • Fare la raccolta differenziata
  • Partecipare alle giornate ecologiche di raccolta rifiuti organizzate da Liberi dalla Plastica

Cosa si sta facendo per ridurre la plastica?

Il ruolo dei governi è fondamentale per ridurre l’impatto plastico sull’ambiente. A livello globale, iniziative come il trattato globale sull’inquinamento da plastica delle Nazioni Unite, stanno guadagnando attenzione.

È necessario stabilire leggi che vincolino l’uso della plastica usa e getta, per esempio incrementando le tasse sulle materie plastiche che inquinano maggiormente, abbracciando un’economia sempre più circolare. Inoltre, politiche come il divieto di sacchetti usa e getta in molti paesi, Italia compresa, hanno dimostrato di ridurre significativamente i rifiuti plastici.

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