Chi è alla ricerca della causa del riscaldamento globale, troverà nel materiale plastico uno dei tanti attori del cambiamento climatico.
Qui vi raccontiamo il perché.
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La plastica e il riscaldamento globale
Le isole di plastica, i pesci intrappolati dai sacchetti gettati in mare e i frammenti di bottigliette in PET ritrovati nello stomaco delle tartarughe, non sono le uniche problematiche ambientali dell’inquinamento plastico.
I residui di questo polimero sintetico abbandonati nell’ambiente e non correttamente smaltiti e riciclati, infatti, durante il loro processo di degrado producono gas serra.
Nel dettaglio, si parla di metano ed etilene che, presenti in grandi quantità nell’atmosfera, rappresentano una causa del riscaldamento globale.
L’inquinamento plastico ha effetti anche sul clima
A rivelarlo è uno studio dell’Università delle Hawaii.
I ricercatori hanno analizzato il processo di decadimento dei rifiuti in plastica abbandonati sulle spiagge e di quelli che galleggiano nell’Oceano.
A preoccupare gli studiosi sono il polietilene, gli acrilici e i policarbonati che sono tra gli inquinanti più comuni.
Essi sono contenuti in prodotti a largo consumo come materiali costruttivi e nelle fibre tessili sintetiche dei vestiti.
Che cosa dicono gli studi su questa causa del riscaldamento globale
Lo studio pubblicato in versione integrale evidenzia come il polietilene, il polimero sintetico più prodotto e scartato a livello mondiale, sia anche il più prolifico produttore di gas serra quando abbandonato nell’ecosistema terrestre.
Il rilascio di gas dal polietilene vergine a bassa densità aumenta con il tempo.
Le sue emissioni sono state infatti osservate su plastica invecchiata nell’ambiente, incubata in acqua per almeno 152 giorni.
Inoltre, se abbandonato sulla terraferma ed esposto all’azione dell’aria, le emissioni aumentano ad una velocità fino a 76 volte superiore rispetto a quello in acqua.
Quanto contribuisce la plastica sul cambiamento climatico?
Anche se a oggi la plastica non rappresenta una fonte ufficialmente riconosciuta come veicolo di emissioni rilevanti per il cambiamento climatico, il team dell’Università delle Hawaii sostiene che potrebbe diventarlo.
Secondo il report “Plastic & Climate” la produzione, l’incenerimento e lo smaltimento della plastica aggiungono all’atmosfera più di 850 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.
Inoltre se i consumi di plastica non si arresteranno, la quantità di materiale esausto disperse negli ecosistemi aumenterà vertiginosamente.
In questo modo si intensificheranno anche le emissioni di gas serra durante il decadimento del materiale.
La formazione di microplastiche, inoltre, aumenta la superficie di materiale capace di accelerare la produzione di metano ed etilene.
Ecco perché gli autori dello studio invitano la comunità scientifica a proseguire le ricerche in merito al ruolo della plastica nelle emissioni totali di CH4 e C2H4.
Abbattere l’inquinamento plastico risolverà il problema del riscaldamento globale?
Il cambiamento climatico è in atto e il riscaldamento globale è un fenomeno che interesserà il pianeta Terra nei prossimi anni.
Anche se non esistono formule magiche e interventi pienamente risolutivi, ognuno di noi, nel suo piccolo, può fare dei piccoli gesti quotidiani per ridurre il proprio impatto ambientale.
Smettere di consumare acqua contenuta in bottigliette in PET, per esempio, è un primo passo sostenibile che, oltre ad avere un effetto positivo sull’ambiente, permetterà di risparmiare notevolmente sulla spesa.
Che ne dite di provare?