Biodegradabile e compostabile non sono sinonimi. Si tratta infatti di due proprietà ben distinte che consentono di comprendere le azioni da intraprendere per il fine vita di un particolare oggetto o materiale.
Questi due termini vengono utilizzati anche in relazione a uno dei polimeri sintetici più inquinanti. La plastica compostabile e la plastica biodegradabile rappresentano infatti soluzioni meno dannose per l’ambiente, adatte per il compostaggio domestico e da annoverare all’interno della lista dei materiali riciclabili.
Ma quali sono esattamente le differenze tra biodegradabile e compostabile? Ecco una breve guida.
Indice dei contenuti
Definizione di biodegradabile
Un materiale viene definito biodegradabile se, a fine vita, è in grado di decomporsi completamente senza lasciare tracce nell’ambiente.
Questa scomposizione avviene grazie all’azione di piccoli microrganismi che, “mangiando” l’elemento, lo riducono in sostanze sempre più semplici, finché a rimanere sono solamente anidride carbonica, acqua e metano. Dunque, è possibile affermare che la biodegradabilità sia un processo di naturale decomposizione.
Definizione di compostabile
Per identificare se un materiale è compostabile, viene in aiuto la normativa europea EN12432, che elenca tutte le caratteristiche e le proprietà che un dato elemento deve avere per rientrare in questa categoria ed essere smaltito insieme ai rifiuti organici solidi.
Fanno parte di questa classificazione tutti i materiali organici che, se sottoposti al processo di compostaggio, danno origine al cosiddetto compost, formato dalla biodegradazione dei rifiuti organici a contatto con l’aria. Si tratta di una specie di terriccio ricco di sostanze nutritive, che viene utilizzato per scopi agricoli.
In definitiva, per essere definito compostabile, un materiale deve:
- decomporsi in meno di tre mesi
- superare verifiche di ecotossicità
Se idoneo, il materiale si potrà riciclare e compostare in tutta tranquillità.
Differenze tra biodegradabile e compostabile
Seguendo le definizioni appena fornite dei due processi di decomposizione, è facile comprendere che un materiale compostabile è sempre biodegradabile, mentre un materiale biodegradabile non è detto che sia anche compostabile.
Questo perché le caratteristiche di compostabilità sfruttano le proprietà dei materiali biodegradabili, ma fissano dei paletti aggiuntivi come l’assenza di inquinanti all’interno del compost, specialmente se si parla di metalli pesanti.
Per riassumere, i materiali biodegradabili:
- si decompongono grazie all’azione di microrganismi
- lasciano nell’ambiente solamente sostanze semplici
I materiali compostabili - si decompongono a contatto con l’aria
- devono essere analizzati per capire se contengono sostanze nocive
- possono diventare compost ed essere impiegati nel settore agricolo
Cosa sono i rifiuti biodegradabili
I materiali riciclabili e le sostanze organiche come cibo ed erba possono dare vita a rifiuti biodegradabili.
Questi, come già anticipato, sono soggetti a un processo di decomposizione naturale nel momento in cui vengono “attaccati” da microrganismi come alghe, batteri oppure funghi. Sono considerati rifiuti biodegradabili:
- avanzi di cibo
- bucce
- erba
- foglie
- gusci d’uovo
Per essere smaltiti correttamente non vanno dispersi nell’ambiente, ma inseriti in appositi sacchetti biologici e gettati nei contenitori di colore marrone.
Per intenderci, quelli che raccolgono i rifiuti organici. In generale, per non incorrere in errori, è sempre bene controllare le indicazioni del proprio comune sulla raccolta differenziata.
Dove si butta la plastica biodegradabile
Anche la plastica può essere biodegradabile se viene prodotta attraverso materiali biologici animali oppure vegetali, oltre che da scarti di produzione che non siano derivati dal petrolio. Nonostante questo, rispetto ad altre tipologie di materiali organici, impiega tempi più lunghi per decomporsi completamente.
Ecco perché quando arriva il momento di riciclare, non bisogna cadere in errore. La plastica biodegradabile non va gettata nell’umido, ma differenziata insieme alla raccolta della plastica.
Dove si butta la plastica compostabile
Al contrario della plastica biodegradabile, quella compostabile fa parte dei materiali riciclabili che si possono gettare nel bidone dei rifiuti organici. Infatti, può diventare facilmente compost, degradandosi fino al 90% in meno di tre mesi (come per esempio il mater-bi, realizzato con amido di mais).
Infine, anche le bioplastiche ottenute attraverso biomasse vegetali possono essere differenziate tranquillamente nell’umido, trasformandosi in ottimi fertilizzanti. Attenzione a raccoglierle solamente in sacchetti biodegradabili.