Antropofonia, elevate emissioni di CO2 e residui di vernice rilasciati in mare sono le principali conseguenze dell’inquinamento delle navi da crociera.
Nonostante rappresentino una minima parte delle imbarcazioni circolanti nei nostri mari, sono infatti quelle con l’impatto ambientale più critico.
Ecco perché.
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L’incremento del mercato e l’inquinamento navi da crociera
Mezzo preferito da chi ama i comfort e le attivitĂ di un villaggio turistico, ma vuole visitare piĂą luoghi durante le sue vacanze, le navi da crociera rappresentano un mercato in crescita esponenziale.
Oltre alle tipiche destinazioni legate al Mediterraneo, ai Caraibi e al “giro del mondo”, i marchi di lusso stanno investendo nella costruzione di nuove imbarcazioni.
Da Silversea destinata a conquistare un terzo del mercato globale delle crociere ultra lussuose, a Four Seasons che si è alleata con Fincantieri per la costruzione di navi proprietarie, il settore è in espansione e avrà un forte impulso nei prossimi tre anni.
Il numero di passeggeri disposti a spendere cifre esorbitanti per viaggiare su navi da crociera esclusive è infatti in aumento.
Un bisogno che spinge le compagnie a offrire rotte sempre piĂą insolite e un tempo inaccessibili.
I viaggi verso i circoli polari artici stanno aumentando, così come quelli nelle acque più incontaminate del pianeta. Una tendenza che rischia di avere un profondo impatto ambientale a causa dell’inquinamento delle navi da crociera.
Quali sono le conseguenze dell’inquinamento navi da crociera
Progettate per essere delle vere e proprie città galleggianti, le navi da crociera consumano più di dieci volte l’energia di un hotel con la medesima capienza.
Le emissioni di CO2 sono ben superiori a quelle di un viaggio aereo. Secondo i dati di Altraeconomia, i livelli di PM10 e PM2.5 che si registrano sui ponti di queste giganti imbarcazioni sono paragonabili a quelli delle cittĂ piĂą inquinate del mondo.
Nello studio “Environmental and human health impacts of cruise tourism: a review” di Josep Lloret, Arnau Carreño, Hrvoje Carić, Joan San e Lora E. Fleming, si evince come le aree portuali dove attraccano le navi da crociera abbiano livelli di inquinamento dell’aria superiori a quelli dell’intero parco auto circolante.
Per non parlare dell’impatto sugli ecosistemi marini, difficilmente misurabile a causa della carenza di sistemi di monitoraggio dell’inquinamento dovuto alle navi da crociera.
I parametri per stabilire l’impatto ambientale delle imbarcazioni
Per comprendere l’impatto ambientale delle navi a uso turistico, è fondamentale considerare questi elementi:
- modalitĂ di trattamento degli scarichi
- livelli di inquinamento dell’aria
- rispetto delle normative sulla qualità dell’acqua
- quantitĂ di inquinamento acustico marino
Il primo punto è cruciale poiché gli scarichi di combustibile pesante sono la causa dei più gravi disastri ambientali. Anche gli sversamenti di sostanze tossiche filtrate hanno un forte impatto ambientale sugli ecosistemi e sull’inquinamento dovuto alle navi da crociera.
Chi cerca di intervenire su questo aspetto, impiegando Gnl (ovvero gas naturale liquefatto), migliora l’impatto sugli oceani ma peggiora il tema delle emissioni. Questo combustibile è infatti composto da metano, gas serra che alimenta il riscaldamento globale fino a 86 volte in più dell’anidride carbonica.
Inquinamento acustico marino
Altro tema legato al mondo delle navi da crociera è l’inquinamento acustico marino. Nel mondo subacqueo, infatti, l’udito è il senso principale che consente a numerose specie di orientarsi, comunicare e riprodursi.
L’Antropofonia è il fenomeno che identifica le interferenze da attività umane nei suoni che si diffondono attraverso le acque degli oceani. Questa sorta di rumore diffuso che si sovrappone ai richiami di cetacei, pesci e crostacei, è dovuto in gran parte al traffico navale.
I sonar delle imbarcazioni possono provocare danni diretti come stordimento, sordità e traumi (embolie ed emorragie). Se protratti nel tempo generano stress e impediscono la comunicazione tra individui della stessa specie che, attraverso suoni, si coordinano per la deposizione e delle uova e per l’accoppiamento.
Il documentario Sonic Sea, datato 2016 e diretto da Michelle Dougherty e Daniel Hinerfield, ha aperto gli occhi su questa problematica. In particolare sui rumori legati alle vibrazioni dei motori, alle frizioni dello scafo sul pelo dell’acqua e al movimento meccanico delle eliche.
Inquinamento navi da crociera: le vernici
Infine, anche le vernici sono da tenere d’occhio per limitare l’inquinamento delle navi da crociera. Per salvaguardare la parte immersa, vengono infatti utilizzare pitture antivegetative sotto la chiglia.
Questi composti chimici contengono rame e derivati metallici che, rilasciati in acqua, danneggiano sia la flora che la fauna subacquea.
Per limitare l’impatto ambientale, sul mercato sono presenti vernici antivegetative atossiche senza biocidi. La loro composizione limita inoltre le attività legate alla manutenzione degli scafi, riducendo al contempo le emissioni di CO2.
Grazie a studi come “Paint-it” promosso da uno dei più grandi cantieri navali italiani e dall’Università di Tor Vergata, si stanno sviluppando nuove vernici virtuose per il mondo nautico.
Cinque azioni per riqualificare i mari entro il 2050
Limitare l’inquinamento delle navi da crociera e l’inquinamento acustico marino è possibile. Uno studio scientifico pubblicato su The Guardian ha individuato cinque azioni per riqualificare i mari entro il 2050.
Diffondendo il verbo e promuovendo viaggi più sostenibili via acqua, ridurre l’impatto ambientale delle attività dell’uomo diventa un obiettivo sempre più concreto.