Nel marzo del 2022, l’Assemblea delle Nazioni Unite ha siglato un importante accordo tra ben 175 paesi, con l’obiettivo di rilasciare un trattato globale sulla plastica entro il 1 dicembre del 2024.
Questo documento, legalmente vincolante, servirà per tagliare drasticamente le emissioni e ridurre l’inquinamento plastico con soluzioni concrete e incentivi economici da parte di ogni stato.
Per raggiungere questo traguardo, è stato istituito l’INC, ovvero un comitato di negoziazione inter-governativo (Intergovernmental Negotiating Committee), che si è già riunito per quattro volte. A novembre del 2024, dovrà definire una volta per tutte come diminuire l’impatto ambientale plastica.
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Le sessioni dell’INC per ridurre l’inquinamento plastico
L’INC ha iniziato il suo lavoro nella seconda metà del 2022, in modo da spianare la strada per l’emanazione del trattato ufficiale entro la fine del 2024. Ecco quali sono le assemblee che si sono tenute a oggi
- INC-1 Punta del Este, Uruguay, 28 novembre – 2 dicembre 2022
- INC-2 Parigi, Francia, 29 maggio – 2 giugno 2023
- INC-3 Nairobi, Kenya, 13-19 novembre 2023
- INC-4 Ottawa, Canada, 23-29 aprile 2024
La quinta e ultima sessione è invece prevista dal 25 novembre al 1 dicembre del 2024 a Busan, nella repubblica della Corea.
Da qui verrà pubblicato il trattato globale plastica ufficiale, che ognuno degli stati che hanno firmato all’UN si dovranno impegnare a rispettare per cambiare le sorti del pianeta.
Foto di Naja Bertolt Jensen su Unsplash
Trattato globale plastica, perché è importante
Nonostante i primi quattro incontri dell’INC si siano conclusi, ancora non sembra che si sia arrivati a un punto decisivo per l’emanazione del trattato globale sulla plastica. In realtà si tratta di un’opportunità unica per poter frenare l’impatto ambientale plastica e trovare concrete soluzioni all’inquinamento.
La cooperazione internazionale e l’impegno condiviso da parte di un numero così grande di stati, potrebbe essere l’unico modo per intraprendere azioni davvero risolutive. L’inquinamento plastico affligge ormai tutti gli ecosistemi, a causa della sovrapproduzione di polimeri sintetici e del cattivo smaltimento della plastica usa e getta.
I dati sono allarmanti: quasi l’80% dei polimeri sintetici prodotti finisce per diventare un inquinante ambientale, gettato in mare e in luoghi dove mette a repentaglio la vita di flora e fauna. Inoltre, le sostanze chimiche rilasciate nel suo lunghissimo processo di decomposizione, contribuiscono all’inquinamento e influiscono anche sul cambiamento climatico in corso.
Come ridurre l’impatto ambientale della plastica
Il trattato globale sulla plastica è legato all’impegno di ogni singolo governo per implementare regole severe sull’impiego, la produzione e lo smaltimento della plastica. Le aziende produttrici saranno responsabili dell’impatto ambientale di questo materiale e verranno chiamate a risponderne in maniera attiva.
Per arrivare a un accordo soddisfacente però, sarà necessario mettere d’accordo due fazioni opposte:
- i paesi produttori di combustibili fossili, che spingono per privilegiare una migliore gestione dei rifiuti;
- gli altri paesi, che vogliono ridurre drasticamente la produzione di plastica vergine.
La chiave di volta sembra essere legata al settore degli investimenti, poiché nel processo di transizione legato al trattato globale plastica, si affacciano importanti opportunità di business. Infatti, il mercato dei materiali alternativi alla plastica, raggiungerà un giro d’affari superiore ai 9 miliardi di dollari entro il 2027 con una crescita del 16,8% annuale.
Prima del trattato globale plastica, le soluzioni all’inquinamento
Le aziende produttrici di materie plastiche sono già chiamate a trovare soluzioni all’inquinamento con l’adozione di materiali sostenibili e bioplastiche, che attualmente rappresentano meno dell’1% della produzione globale.
Chi progetta direttamente i prodotti, è invitato a sviluppare soluzioni che privilegino il riuso, in modo da scardinare la mentalità usa e getta legata alla maggior parte degli oggetti in plastica.
Infatti, un aumento del riutilizzo di polimeri sintetici di appena il 10% potrebbe ridurre della metà la quantità di plastica riversata annualmente negli oceani.
Iniziando da questi due piccoli passi, sarà possibile progettare un futuro dove l’impatto ambientale plastica sarà via via minore, puntando alla risoluzione dell’inquinamento plastico nei prossimi decenni.
Foto di Tim Mossholder su Unsplash