Lo smaltimento della plastica è essenziale per permettere il suo corretto processo di riciclaggio. Grazie al recupero e alla nuova vita ottenuta con differenti passaggi, si possono risparmiare all’ambiente tonnellate di questo polimero sintetico.
Le fasi di riciclo della plastica sono quattro e vanno dalla raccolta fino alla frantumazione, processo grazie al quale il materiale può essere rivenduto per dare vita a nuovi oggetti. Affinché tutto vada a buon fine, è però fondamentale effettuare una corretta raccolta differenziata.
Non tutte le plastiche infatti si possono riciclare e, se mischiate a quelle riciclabili, rischiano di creare danni all’intera catena. Vediamo perché.
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Come viene riciclata la plastica: le fasi
Lo smaltimento della plastica passa attraverso diversi processi:
Raccolta differenziata
Per prima cosa c’è la raccolta, con cui i funzionari preposti ritirano i rifiuti dai bidoni della differenziata. Il loro contenuto viene riversato nei centri della regione, per poi passare agli stabilimenti di riciclo.
Smistamento
La seconda fase del processo di riciclaggio è lo smaltimento con cui gli oggetti vengono separati in relazione al materiale di cui sono composti. Bottiglie di plastica, sacchetti e flaconi per detergenti, ad esempio, prendono strade diverse. Inoltre viene fatta una suddivisione per colore e polimero sintetico.
Lavaggio
Chi si chiede come viene riciclata la plastica deve sapere che la maggior parte dei rifiuti è sottoposta a dei lavaggi. Questi servono per eliminare possibili residui di sporcizia, oltre alle etichette delle bottiglie. Le confezioni dei detersivi, invece, sono separate da materiali indesiderati attraverso degli specifici processi meccanici.
Frantumazione
L’ultima delle fasi di riciclo della plastica riduce in piccoli frammenti i polimeri sintetici. Nel caso delle bottigliette in PET si ricavano scaglie e grani con cui verranno prodotti nuovi contenitori, fibre tessili, materiali edili oppure nuove bottiglie d’acqua. Dai flaconi di detergenti e detersivi si ottengono granuli per la produzione di tubazioni. Infine, dalle scaglie dei sacchetti se ne creano di nuovi, insieme a canaline e materiali per il settore dell’edilizia.
Tipologie di riciclaggio e di smaltimento plastica
Con il riciclo della plastica è possibile dare vita a nuovi prodotti, ma anche produrre energia e calore. Esistono sostanzialmente tre classificazioni del processo di riciclaggio:
- meccanico: la plastica viene sminuzzata e riutilizzata per creare nuovi prodotti da immettere sul mercato
- chimico: i polimeri sintetici vengono scomposti e tornano alla loro forma originale di monomeri
- energetico: con cui i frammenti di plastica sono utilizzati come combustibili alternativi o come “carburante” per produrre energia termoelettrica
Smaltimento plastica, attenzione ai materiali
Sul mercato si trovano diverse tipologie di plastica, che formano la base per la produzione di oggetti di consumo. Le più diffuse sono:
- Polietilene (PE), impiegato per produrre sacchetti, cassette, sacchi per la spazzatura e giocattoli
- Polipropilene (PP), utilizzato comunemente nell’arredo, per i contenitori di alimenti, flaconi di detersivi e detergenti
- Polivinile (PVC), con cui si creano tubazioni, pellicole isolanti, contenitori per le uova e carte di credito
- Polietilentereftalato (PET) è il materiale principale con cui sono fatte le bottiglie di bibite e bevande, ma ha anche applicazioni nel tessile, per la produzione di fibre sintetiche
- Polistirene o polistirolo (PS) è comune per gli imballaggi, contenitori per alimenti, posate e piatti
Che cosa si può buttare nel bidone della plastica
Degli oggetti creati con le tipologie di plastica appena elencate, solo alcuni sono riciclabili.
Ogni comune ha le sue regole, ma in generale quelli che possono essere inseriti nell’apposito bidone della raccolta differenziata sono:
- Tutti i contenitori realizzati in PE, PET e PVC
- Contenitori per liquidi e bottiglie
- Flaconi di detersivi e detergenti per l’igiene personale come shampoo e bagnoschiuma
- Vaschette e contenitori da asporto per il cibo
- Confezioni alimentari
- Polistirolo espanso e componenti da imballo
- Borse di nylon
- Pellicola di plastica pulita
Smaltimento della plastica, cosa non si può riciclare
Per favorire le diverse fasi di riciclo della plastica è indispensabile che i contenitori che non riportano le sigle PE, PET e PVC stiano lontani dal bidone della differenziata. Gli oggetti, prima di finire nel cestino, devono essere puliti da eventuali residui organici, di colle, vernici o sostanze dannose per l’ambiente.
Piatti, bicchieri e posate in plastica (anche se nei supermercati non si trovano più) non si possono riciclare, così come i tubetti del dentifricio, i rifiuti ospedalieri e i casalinghi. Anche i contenitori per solventi con l’etichetta marchiata con le lettere T o F non devono essere inseriti nella raccolta differenziata.
Gettare i polimeri sintetici nel corretto bidone per la raccolta differenziata può fare la differenza nel ciclo di smaltimento della plastica. In caso di dubbi su materiali e oggetti specifici, è sufficiente chiedere informazioni al proprio comune.